Piccoli business a me! Oggi voglio parlarti chiaro, semplice perché mi sono accorta che talvolta l’ho fatta troppo difficile. Dico che bisogna parlare al proprio pubblico ma ammetto che nello spiegare cos’è un piano editoriale e gli step di una strategia di comunicazione forse non ho chiarito alcuni concetti base. Eccomi qui a rimediare, pronti?
Prima di andare avanti a leggere, ti invito a leggere questi articoli:
Gli step di una strategia di comunicazione che tu sia piccino, freelance o impresa sono sempre gli stessi:
Step 1: Posizionamento ovvero comprendere in che campionato si gareggia che nella sostanza significa aver ben chiaro norme, competitor e tu dove vuoi collocarti. In termini ancora più pratici è Cosa fai, come lo fai e perché lo fai meglio degli altri?
Step 2: Target Cliente ovvero comprendere a chi mi sto rivolgendo che non significa solo la buyer persona cioè chi comprerò concretamente il mio prodotto/servizio. Il target è la persona a cui rivolgo il mio messaggio, quindi posso avere pubblici target differenti in funzione dell’obiettivo che voglio raggiungere ed ecco il terzo step. te
Step 3: Obiettivi sostenibili. Con riguardo agli obiettivi ti invito a leggere l’articolo di Cristiana Melis Business Coach che chiarisce alcune cose importanti.
Step 4: Il piano di azione ed è qui che si può parlare di Piano Editoriale Integrato.
Step5: Analisi dei risultati ovvero come sto andando, ho raggiunto i miei obiettivi. L’analisi dei risultati è bene farla mensilmente, poi semestralmente e poi tirare le somme a fine anno. I numeri fanno parte dei giochi, non pensavi mica che si trattasse solo di pubblicare belle foto sui social?
Arriviamo al dunque, a te Small Business, cerchiamo di fare chiarezza una volta per tutte!
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Perché avere una strategia di comunicazione?
I 4 step sopraelencati sono importanti, tutti ed iniziare dal piano editoriale non funziona, però ti svelo alcune cosine.
Se sei in start up e sei un imprenditore di piccolo business, un freelance o professionista ciò che ti serve è una strategia di personal branding ovvero chiarire bene bene chi sei, perché fai quello che fai e dopo comprendere come comunicarlo al tuo pubblico con un piano editoriale.
Se sei già avviato, hai chiaro il tuo modello di business, i tuoi servizi, hai una storia da raccontare ma non sai bene come farlo, ergo hai paura del digitale allora si può partire dal piano editoriale. Lo so, mi dirai: “ma come? Mi hai appena detto di non saltare gli step?”. Certo, quando dico che il piano editoriale è uno strumento di business intendo che nel realizzarlo, essendo tu small business, non salterai gli step ma puoi farlo con unico file e non creando una presentazione di 45 pagine come le grandi aziende.
Nel momento in cui sei già consapevole e centrato e ti manca solo la digitalizzazione allora serve concentrarsi sui tuoi obiettivi che, fidati della Sciura, sono necessariamente:
- Brand autority, ovvero farti conoscere: se non sei mai stato online è il caso che tu ti presenti e ti fai conoscere prima di snocciolare contenuti;
- Digitalizzazione del tuo target: come tu non sei stato online anche parte del tuo target non lo è. Parlare dei tuoi clienti acquisiti, partner e collaboratori. La tua audiance va condotta per mano lungo la tua direzione. Non pretenderai che siano già dotti e sappiano come interagire con te?
- Divulgazione: ci credo tantissimo! Questo, ammetto è il mio unconventional obiettivo, di cosa si tratta? Se ogni imprenditore immettesse informazioni sicure e vere in internet non ci sarebbero fake news, ciarlatani e l’esperienza utente sarebbe sempre soddisfacente. Le persone hanno paura di dare, di raccontare soprattutto gratuitamente; io credo che è una paura sciocca. Se tu sei speciale, come te nessuno… allora spiegando e raccontando ciò che fai non puoi farti copiare ma al massimo sarai di ispirazione e certamente risolverai un sacco di problemi e ti porterà autorità che si tramuterà in fiducia che si tramuterà in acquisto. Nell’ipotesi peggiore avrai reso felice tanta gente e la riconoscenza è arma potentissima!
Una volta lavorato su questi punti, puoi fare promozioni e pensare alla vendita diretta cosa che, siamo onesti, non è fattibile per ogni business. Vendere online non significa necessariamente ottenere un acquisto diretto su un sito o landing page…. che dici è il caso che approfondisca il concetto? Fammi sapere!
Chiariti gli obiettivi, il tuo piano editoriale partirà proprio da questi: come raggiungo gli obiettivi, con che argomenti, su che canali?
Strategia di Comunicazione: i canali giusti
Su come scegliere il social network più adatto ne ho già parlato qui. Voglio solo aggiungere che i canali di comunicazione non sono solo i social ma c’è anche il blogging, la newsletter, i podcast, video corsi, eventi, workshop insomma tutto ciò che rientra nell’azione di fare networking e, prima di parti a bomba, è meglio capire dove è più facile trovare il tuo target.
Facebook è una forza ma magari puoi scoprire che hai un target molto particolare, di nicchia e che non passa il suo tempo su Facebook e potresti scoprire che per te è meglio creare una serie di workshop locali per farti conoscere. Cambia completamente la strategia di comunicazione, il piano editoriale e cosa e dove pubblicare. La pagina di Facebook l’avrai comunque ma avrà lo scopo di darti autority e di far conoscere i workshop ad un pubblico più ampio o mirato a possibile collaboratori ed il tuo obiettivo potrebbe anche essere quello di portare le persone dai workshop al digitale e, come avrai capito, ci vorrà del tempo.
In generale, usare canali comunicativi e farli arrivare a break even, cioè al punto in cui si muovono come soldatini addestrati a tuo favore, serve molto tempo e costanza ma ciò funziona solo se all’inizio del percorso hai deciso a chi stai parlando ed hai molto chiaro cosa vuoi fare.
Aggiustare il tiro è giusto; invece cambiare identità e modo di comunicare ogni 3 mesi è destabilizzante e fa crollare a picco la tua autority oltre che il tuo posizionamento (quindi “no buono”!). I canali digitali, che sia il sito o la pagina Facebook, non sono lande paludose statiche, sono algoritmi di intelligenza artificiale e si muovo molto velocemente e funzionano solo se continui a dargli messaggi coerenti; e lo stesso vale per il tuo target che, sicuramente, avrà le idee piuttosto confuse su chi sei e cosa fai se lo continui a variare!
Organizzazione e Identità sono le chiavi di una strategia di comunicazione
In buona sostanza, se sei small business più che un’agenzia a cui delegare tutto ti serve essere organizzato e valorizzare la tua identità. Tu sei l’ingrediente magico del tuo business e nessuno si può sostituire a te. Spero quindi di averti fatto capire perché è importante una strategia di comunicazione e perché, in caso di piccolo business, è un doppio filo al tuo modello di business ed al tuo chi sei.
I piccoli business sono quelli che hanno pochi prodotti, due massimo tre servizi di cui uno core identificativo. Sono quelli che creano relazioni fortissime con i clienti che spesso diventano amici, partner di business (talvolta di vita hihi) quindi le fasi del processo sono le stesse ma sono molto intrecciate e dipendono molto dal grado di consapevolezza di qual è il tuo valore aggiunto.
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